Il grido del desiderio (I Romanzi Passione) by Robin Schone

Il grido del desiderio (I Romanzi Passione) by Robin Schone

autore:Robin Schone [Schone, Robin]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788852037542
Google: J_dt2ia8HhUC
editore: Edizioni Mondadori
pubblicato: 2013-04-15T22:00:00+00:00


20

«Non posso, dottoressa Burns.» La donna aveva la faccia rigata di lacrime; aveva soltanto trentanni, ma ne dimostrava cinquanta. «È da quando ho quindici anni che faccio figli. Non posso averne un altro, non ce la faccio proprio.»

Il dolore e la povertà facevano da squallido contrappunto al sole splendente che filtrava dalle persiane. Prima del processo, ricordò Sarah, era piovuto. Dopo, il vento aveva scacciato le nuvole.

Ma il dolore e la povertà, due elementi che costituivano una delle caratteristiche principali di Londra, erano rimasti.

«Allora non l'avrete, signora Wilkins.» Sarah allungò le braccia sul solido tavolo di legno che usava

come scrivania e le prese le mani tra le sue, poi rispose alla muta domanda di quegli occhi stanchi e sbiaditi. «Non lo avrete.»

Il sollievo della donna venne subito sopraffatto dal rimorso. Le sue dita strinsero con tanta forza la mano di Sarah, che lei dovette fare uno sforzo per non tirarla indietro. «Ci voglio bene ai miei bambini, io, dottoressa Burns.»

«Lo so, signora Wilkins.»

Sarah aveva imparato da tempo che l'amore per i propri figli e il fatto di metterli al mondo, con le relative conseguenze, comportavano problemi completamente distinti.

«Non sono pentita che li ho fatti nascere.»

«Certo che no» la tranquillizzò Sarah.

«Ma c'ho nove bambini da tirar su e sono così stanca!» E di nuovo i suoi occhi arrossati si riempirono di lacrime. «Un altro non ce la faccio proprio a tirarlo su.»

«Ne avete parlato al signor Wilkins?» Sarah non poteva non domandarglielo.

«Lui non capirebbe.»

Gli uomini non capivano il sacrificio che le loro "esigenze fisiche" imponevano alle donne.

«Allora non gli chiederemo più di quanto lui sia in

grado di dare» le promise Sarah.

Stranamente le sue parole erano l'eco di quelle pronunciate dalla donna a causa della quale lei era stata chiamata a testimoniare.

«Non posso pagare proprio subito, però.»

Quelle parole cambiarono il corso dei pensieri di Sarah. Le condizioni del minuscolo ufficio, pareti scrostate e infissi di pino scheggiati, erano la prova lampante che molte delle pazienti non erano in grado di pagare i conti " proprio subito".

«Non preoccupatevi, signora Wilkins, penseremo a qualcosa.» L'importante era che quella donna si era

rivolta a lei, invece che alla mammana del posto, pensò Sarah, che l'avrebbe rovinata, se non addirittura uccisa. «Ma, se vogliamo che non sia rischioso per voi, dobbiamo farlo presto.»

Il viso della giovane, segnato da profonde rughe di rimorso che la facevano sembrare una vecchia, si rilassò di colpo.

«Lunedì» disse, liberandosi le mani.

«Lunedì» confermò Sarah.

Le spalle dritte, la schiena eretta, la donna uscì dal minuscolo ufficio e chiuse la porta dietro di sé.

Sarah non sapeva se sarebbe davvero tornata; a volte le pazienti sceglievano da sé la soluzione al loro problema: l'arsenico, buttarsi sotto una carrozza, il Tamigi. Lei poteva solo augurarsi che prendessero la decisione giusta.

Chiuse la pratica della signora Wilkins e la ripose in una cassetta di legno.

Un timido colpetto sulla porta s'insinuò nel monotono cigolio delle carrozze.

«Signorina Days» rispose Sarah, frugando tra le carte «avete voi la cartella della signora Maloney?»

Ma non fu la sua segretaria a risponderle.

«Scusatemi, dottoressa Burns, ma la signorina Days

mi ha detto di entrare.



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